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La pseudo riforma Gelmini della scuola

Oggi a Palermo mi sono imbattuto, all’uscita dalla scuola, nella manifestazione degli studenti, dei docenti e ricercatori universitari. Una bella manifestazione di 10000 persone, colorata, sentita, motivata. Ad attendere il corteo alla fine del percorso il Rettore che ha sostenuto le ragioni di tutto il personale dell’Università.

Certo se alla manifestazione partecipano gli uni accanto agli altri, studenti e professori e perfino il rettore appoggia la protesta significa che qualcosa di grosso si rischia. Non pensate?

I tagli che questo governo ha previsto per far quadrare i conti economici dello Stato sono maggiormente rivolti al settore della conoscenza: scuola, università e ricerca.

Questi settori normalmente vengono considerati strategici per lo sviluppo economico e della competizione sui mercati globali. E’ un dato consolidato il fatto che la qualità del capitale umano dipende dal grado di conoscenze, di competenze e di propensione alla ricerca. Nell’epoca in cui il capitalismo più solido si arricchisce producendo merce immateriale, vedi le più grandi aziende del mondo Microsoft, Google, ecc, diventa sempre più necessario investire in ricerca e conoscenza. Allora, si dirà, perché tagliare i fondi ad uno dei settori più importanti per la crescita economica? Quel che da più parti si crede è che questo governo sta cercando di realizzare un lento e graduale cambio di modello culturale di riferimento in accordo con le teorie liberiste e con il modello di sviluppo degli Stati Uniti.

Per la cultura liberista il punto di partenza è la considerazione che il sapere, la conoscenza, le competenze sono merci come lo sono il pomodoro, una sedia, una macchina. Il sapere dunque deve partecipare alle regole dell’offerta e della domanda come in un qualsiasi mercato.

Saperi più preziosi costano di più, saperi generalisti costano di meno.

La ministra Gelmini e il governo considerano il capitale umano della scuola come una risorsa da tagliare perché costa tanto e produce poco. In realtà oltre ad essere un pretesto per fare semplicemente risparmi e utilizzare queste risorse in altro modo, si vuole introdurre lentamente la concorrenza tra agenzie formative pubbliche statali e agenzie formative private. Il processo era già iniziato per la verità con la Moratti e si vuole adesso completarlo.

Io sono tra coloro che pensano che gli uomini nascano tutti uguali e che la casuale condizione di nascita non debba compromettere fin dall’inizio la possibilità di aver successo nella vita, nella scuola, nel lavoro.

Per i liberisti non si nasce tutti uguali, anzi chi nasce ricco è semplicemente fortunato e si potrà permettere di accedere alle scuole migliori, alle università migliori e quindi aver maggiori possibilità di trovare un lavoro meglio retribuito.

Io credo che il sapere sia il bene più prezioso che abbia l’umanità e come l’acqua deve essere libero, disponibile e gratuito per tutti a prescindere dalle condizioni economiche in cui si nasce. Che paese è un paese dove il sistema sanitario è garantito solo a chi può permetterselo? Dove la formazione primaria secondaria e universitaria è accessibile solo a chi ha la fortuna di lavorare e guadagnare cifre adeguate? Sarebbe un paese in cui non potrei più vivere e in cui non vorrei che vivessero i miei figli.


L’ambiente di apprendimento on line, un ambiente autopoietico

Per comprendere meglio le caratteristiche di un ambiente di apprendimento on-line, potrebbe essere utile soffermarsi un istante sulle differenze che lo contaddistinguono da un ambiente di apprendimento in presenza. Nella formazione in presenza, l’aula, la scuola, diventa un “contenitore di materiali”, uno spazio finalizzato a funzioni determinate in tempi precisi. Il docente è un “trasmettitore del sapere”, un mediatore tra lo studente e la disciplina, nella formazione on-line invece, la mediazione del docente è sostituita dall’ambiente stesso che: – permette la rappresentazione iconica del percorso – diventa la MAPPA che collega i contenuti e guida gli stessi – è uno strumento di interazione.

Visto nell’ottica dell’e-learning, l’ambiente è il primo contatto dell’utente con la struttura didattica. Secondo recenti studi, gli elementi che contraddistinguono un ambiente efficace sono: accoglienza, flessibilità, accessibilità e usabilità. Come un progettista può creare una struttura che rispetti tali requisiti? Sicuramente va operato uno studio in termini di utilizzo, non solo da parte del discente, ma anche e prima, da parte del docente, che dal canto suo può non avere competenze tecniche tali da poter gestire la piattaforma. L’ambiente va costruito attorno ai suoi fruitori, con la consapevolezza che il ruolo del docente è un ruolo di supporto (scaffolding[1]), il cui peso andrà via via alleggerendosi in modo inversamente proporzionale alla consapevolezza che ha lo studente dell’ambiente e degli strumenti che lo caratterizzano.

E’ un SISTEMA [AUTOPOIETICO][2], cioè flessibile e modificabile in tempo reale. Può infatti trasformarsi e arricchirsi con materiali e contributi per soddisfare le esigenze formative di ognuno. E’ per questo che un ambiente di apprendimento on-line deve essere personalizzabile (deve fornire consigli su cosa e come studiare, materiali di studio e spazi per interventi) e flessibile. L’ambiente è un CRONOTOPO[3]: il presente che raccoglie il passato (memoria del percorso effettuato) e il futuro (percorso da effettuare). Lo spazio e il tempo si fondono nell’ambiente e diventano inscindibili. Nell’ambiente di apprendimento on-line, possono evidenziarsi la presenza di tre reti che sono autonome ma interagiscono tra loro: -LA RETE DEI SAPERI: collega tra loro i materiali. Considerato che l’accesso ai materiali non è unico, questo offre la possibilità di costruire percorsi personalizzati. -LA RETE DEI TOOL (web forum, chat, condivisione di documenti): sono spazi in cui avvengono l’interazione, le discussioni, la condivisione. Molto importante è organizzare attività di sintesi che mettano insieme tutte le idee emerse dalle discussioni per poter fare il punto sulla costruzione della conoscenza prodotta, altrimenti non ci sarebbero progressi nel percorso didattico. -LA RETE DEI SOGGETTI: in una modalità di lavoro on-line si sviluppano relazioni personali che permettono la condivisione di conoscenze e l’elaborazione in gruppo di strategie risolutive di problemi. Tutto questo stimola l’apprendimento collaborativo e di conseguenza significativi avanzamenti delle competenze. In un ambiente di apprendimento on-line dunque, sono raccolti e interagiscono: strumenti della comunicazione, spazi personali per una metariflessione individuale ed autonoma del percorso realizzato, materiali di supporto preparati da docenti e tutor e prodotti degli allievi, figure queste ultime, centrali in un tale contesto formativo. Da questo si evince che un ambiente di apprendimento on-line non è un semplice bagaglio di informazioni ma uno SPAZIO DI LAVORO in cui vari attori si incontrano, si ascoltano, dialogano, prelevano e producono materiali. In sintesi si può affermare che è “un luogo dove coloro che apprendono possono lavorare aiutandosi reciprocamente, avvalendosi di una varietà di risorse e strumenti informativi di attività di apprendimento guidato o di problem-solving”.

GIUSEPPE PUNTARELLO (C)

La scuola inattuale

Noi siamo sia la scuola che la società. O meglio, siamo la scuola che agisce nella società, per essa e con essa, ma ne subiamo anche l’azione che i suoi cambiamenti producono e che contribuiamo ogni giorno a produrre. La scuola, di una società, intendo di una comunità ne è l’aspetto esteriore e il suo cuore pulsante, il motore delle trasformazioni profonde e il mortaio dove combinare la cittadinanza attiva con lo sviluppo. Le idee della modernità passano certamente anche attraverso l’uso delle tecnologie e con il sapere che queste ultime riproducono, intervengono sul tempo dell’azione e sullo spazio del sapere. Il nostro compito è facilitare questi processi di velocizzazione e moltiplicazione degli spazi della conoscenza?  Forse sì,ma dobbiamo anche saper disseminare il respiro profondo della pausa, dell’ozio, del silenzio.

La società di cui siamo parte e di cui riproduciamo il modello culturale vuole essere modificata dalla nostra azione, ma la nostra azione non può modificare senza risorse.

Vi immaginate ogni aula dotata di un proiettore? o semplicemente attrezzata come vorrebbe la migliore delle azioni didattiche possibili? Io non ci riesco almeno qui ed ora. Diciamo che la scuola italiana è non al passo coi tempi i quali avanzano ad un passo nettamente più rapido.