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Videoculture digitali di Andrew Darley, Commento a Genealogia e tradizione

Commento al capitolo Genealogia e tradizione

Lo spettacolo meccanizzato come intrattenimento popolare

Il cinema, quello che conosciamo, ha condiviso nella sua fase iniziale modalità di esercizio e di fruizione che sono maggiormente prossimi all’intrattenimento popolare da fiere delle meraviglie e delle illusioni. E’ stato un cinema delle attrazioni piuttosto che opera narrativa che guardava alle forme alte della cultura quali la letteratura o il teatro. Alle origini del cinematografo ciò che più faceva effetto era la stimolazione visiva dell’immagine in movimento, era lo stupore per l’apparato tecnologico, questa lanterna magica evoluta e l’esperienza della fantasmagoria che producevano l’effetto di stupore  sul pubblico.

Il successivo sviluppo fu certamente legato a quegli aspetti propri della letteratura e del teatro come la deriva suscitata nello stato di identificazione, la voglia di seguire lo sviluppo di un personaggio o di una storia o il desiderio di coinvolgimento emotivo. Il cinema ha avuto quindi una lunga coesistenza con le forme di intrattenimento popolare. La matrice originaria della spettacolarità è quella che più è vincolata alle caratteristiche della sua stessa evoluzione. Il cinema narrativo ha conservato queste tracce originarie di spettacolarizzazione per molto tempo, si pensi al musical, agli effetti visivi. Quando si parla di gioco di superficie si intende il piacere tutto visivo che non va oltre nella significazione e che ancora oggi sopravvive per esempio nei videogiochi dove l’effetto illusorio della realtà e l’essere ingannati sensorialmente fa parte del divertimento stesso.

Il gioco di superficie è dunque questo retaggio delle altre forme di intrattenimento popolare che si sono innestate nel cinema e successivamente in tutte le forme evolute dei nuovi media: dalla televisione ai videogames.

un brano della prefazione di Giovanni Boccia Artieri al volume