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Michel Maffesoli Icone d’oggi

Breve scheda del saggio del critico francese Michel Maffesoli in Icone d’oggi pubblicato da Sellerio, 2009

Quanto il cinema sia influente sulla quotidiana esperienza del mondo è evidente dal modo in cui i divi dello star-system entrano prepotentemente a far parte del nostro vissuto. Basti pensare al comportamento della massa, dei giovani e dei fan che, immedesimandosi nei propri idoli (eidolon in greco immagine, simulacro) ne copiano gesti, modo di vestire o linguaggio. Sappiamo bene come alcuni film siano in grado di suscitare l’interesse per il nostro personale passato, facendoci applicare una sorta di ermeneutica del soggetto, altri invece riescano ad agire più sul piano teleologico, rievocando il concetto greco di telos, il progetto della nostra esistenza, in una prospettiva di riconsiderazione o eventuale aggiustamento dei progetti sul nostro futuro.

Cinema e immaginario

La nostra civiltà è cresciuta fondendosi e con-fondendosi con l’altro, il diverso, in un incessante scambio di paure, narrazioni, di merci, di violenza, di sangue. Noi siamo indissolubilmente legati alla presenza dell’altro, non esistiamo senza l’alterità. Il cinema ha reso possibile l’incontro con universi infiniti di alterità e questa ricchezza, questa varietà, ha permesso alla civiltà occidentale di rispecchiarsi. Sosteneva Lacan “noi siamo degli esseri guardati nello spettacolo del mondo”. Ciò che ci fa coscienza ci istituisce al tempo stesso come speculum mundi. La civiltà occidentale ha appreso attraverso gli universi dell’immaginario generati dal cinema a conoscersi e a mostrarsi. E’ un flusso continuo che va dal visibile all’invisibile. Visibile e invisibile si rintracciano e si rincorrono in una spirale di senso che si modifica ad ogni sguardo. Nel flusso delle immagini e del sonoro lo spettatore vive un’esperienza di nuova soggettività. La parola chiave che spesso usiamo per indicare la potente influenza sulla vita psichica è ‘immaginario’. Esso evoca al contempo ciò che lo definisce in quanto opposto: il reale. Se esiste un immaginario è perché esiste il reale. L’immaginario si genera quando si elaborano immagini che rispondono alle elaborazioni fantastiche che l’uomo ha saputo produrre. Sono dunque i fantasmi che l’umanità ha elaborato nel tempo e nello spazio, archetipi dell’esistenza umana che rendono possibile

Amleto all’assedio di Casablanca di Umberto Eco

 

casablanca_posterLa spietata analisi condotta da Umberto Eco in un noto articolo apparso sulle pagine dell’Espresso e poi raccolto nel volume intitolato Letteratura e cinema di Gian Piero Brunetta nel 1975 su Casablanca, uno dei film più amati della storia del cinema.

Con passo felpato e e con un linguaggio pressochè avulso da ogni riferimento scientifico o accademico il semiologo bolognese ci fa comprendere i meccanismi di funzionamento dei miti e come gli stereotipi concorrano a formarli. 
Lo svisceramento dei più triti clichès della narrazione mette in mostra come la somma di questi archetipi narrativi siano esaltati dalla risonanza intertestuale non solo quella interpretata dagli attori che hanno recitato tante volte quegli archetipi ma anche quella re-interpretata dagli spettatori che in questi archetipi ritrovano, ri-conoscono l’eco lontana di una storia eterna dell’umanità.